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Special Issue, Artifices ArtisTI 2019

 

Copyright © 2018- 2019 TCLA

ISBN 978-0-244-75059-6
TCLA, Academic Journal,

digital version-ISSN : 2297-1874,

printed version-ISSN : 2504-2238

PRESENTAZIONE DEL VOLUME

Comitato Editoriale, pp. 7-8

 

Nel congedare alle stampe questo primo volume di approfondimento del 2019, il comitato editoriale ringrazia tutti colori, artisti e recensori, che hanno contribuito alla sua realizzazione.

Nel 2018, abbiamo deciso di dedicare alcuni numeri monografici all’arte svizzera contemporanea nelle varie regioni linguistiche. Offriamo qui la prima istantanea del panorama artistico della regione italofona, iniziando con alcuni stimolanti Appunti per una geografia artistica della Svizzera italiana, stilati da Virgilio Berardocco, il quale, prendendo spunto dalla produzione espositiva di Harald Szeemann e dalla feconda attività critica di Giovanni Testori, riflette sull’innato esistere in absentia dell’arte svizzera ed in particolare ticinese, la cui essenza parrebbe intrinsecamente connessa ad un mitologema identitario nazionale. Il dubbio esistenziale si è rivelato essere, istintivamente, il metodo di indagine seguito sia dai critici, sia dagli stessi artisti, quasi che per poter tracciare un proprio (auto)ritratto, gli Artifices Artis svizzero-italiani abbiano bisogno di interrogarsi sulla propria identità ed appartenenza.

A popolare le pagine di questo numero monografico, sono dunque le opere e le parole di pittori, poeti, narratori, registi – in attività soprattutto nel primo ventennio del nuovo secolo, sia già affermati, sia emergenti, che riflettono sulla creazione artistica quale percorso introspettivo verso la definizione del proprio Io.

Per evitare che l’arte rimanga un freddo e inattingibile simulacro, abbiamo chiesto ai singoli critici di incontrare gli artisti della Svizzera italiana e di discutere con loro, interrogarli, affinché si confrontino con fruitori delle loro opere.

La storica dell’arte Ada Cattaneo presenta Matteo Emery, artista ticinese giunto al successo negli anni Ottanta, la cui ricerca (del “chi siamo”) continua da decenni con passione, ricreando ciò che gli esseri viventi hanno letteralmente dentro: viscere, organi e pulsioni.

Matteo Cappelletti, di Artrust, galleria d’arte e diffusore culturale estremamente dinamico in Ticino, si concentra su artisti differenti: da una parte propone un’analisi delle opere del duo Nevercrew, che dà voce a una concezione della condizione umana attraverso una serie di relazioni/interazioni; dall’altra, affronta l’opera di Aymone Poletti, artista che si lascia ispirare dalla realtà intima della memoria.

Davide Dal Sasso presenta l’opera dell’artista urbano Andrea “Ravo” Mattoni.

In ambito teatrale, si segnala l’attività del Movimento Artistico Ticinese, in quello letterario, la nascita della Casa della Letteratura per la Svizzera italiana, dando la parola a Fabiano Alborghetti, che ne è il presidente e ad Elena Spoerl Vögtli, dell’A-d-S, che si sono prodigati per la creazione di uno spazio preposto all’azione letteraria lato sensu. Il nostro augurio è che la neonata istituzione divenga un laboratorio di incontri e scambi, un luogo intimo come un’abitazione, all’interno del quale la letteratura, nelle sue svariate declinazioni, si possa liberamente esprimere dando voce a chi ha realmente qualcosa da raccontare e interagendo con le altre dimensioni del vivere sociale.

Quando abbiamo diffuso il Call for Papers per il numero dedicato alla Svizzera italiana, ci ha positivamente impressionato la risposta degli scrittori: abbiamo ricevuto centinaia di messaggi, con cui autori (noti e meno noti) ci hanno inviato la propria documentazione.

Se realmente, come ha detto Amos Oz, il modo migliore per scoprire l’anima di un popolo è conoscerne la letteratura, bisogna constatare come l’anima italofona della Svizzera sia estremamente sfaccettata: l’italiano è un baluardo culturale, mother tongue outside fatherland, quando ad adottarlo sono autori italofoni che risiedono in altri cantoni o autori svizzero-italiani che vivono all’estero; a volte è lingua d’adozione, altre ancora lingua matrigna. Abbiamo deciso, quindi, di proporre ai nostri lettori un (Auto)dizionario degli autori italofoni in Svizzera, iniziando da queste pagine (con le lettere A-F in cui incontriamo A. Alberti, D. Berra, V. Bianconi, A. Fazioli, A. Felder), ma riservandoci di dare alle stampe una pubblicazione a sé stante, in forma di Autodizionario, che includa tutti i poeti, i narratori e i traduttori in attività.

Il numero si chiude, infine, con uno sguardo sul cinema che, anche grazie al CISA di Locarno, è sempre più un fiore all’occhiello del mondo culturale ticinese. Sergio Muratore, di Spazio incontra Erik Bernasconi e Niccolò Castelli, due registi esponenti della nuova realtà cinematografica ticinese.

La Svizzera italiana si rivela essere un serbatoio d'arte e cultura estremamente fecondo, che merita di essere studiato con cadenza regolare.

TABLE OF CONTENTS


ARTI VISIVE

Appunti per una geografia artistica della Svizzera italiana:  la térébrante souffrance di Giovanni Testori e il contra mundum di Harald Szeemann 
Virgilio Berardocco, 9-21 

Matteo Emery,
Ada Cattaneo, 22-33

Nevercrew, Visioni di sistemi
Matteo Cappelletti, 34-39

Aymone Poletti. Tra Tempo e Memoria
Matteo Cappelletti, 40-47

La misura delle relazioni: Andrea Ravo Mattoni e l’arte urbana
Davide Dal Sasso, 48-63

TEATRO 
Mirko D'Urso e Simone Gandolfo

Redazione TCLA, 64-66

LETTERATURA
Novità del 2019: una Casa della Letteratura per la Svizzera italiana

Elena Spoerl Vögtli, Fabiano Alborghetti, 67-70

(Auto)dizionario degli Autori italofoni in Svizzera: A-F

Arnaldo Alberti, 71-75
Donata Berra, 76-78
Vanni Bianconi, 79-81
Incontro con V. Bianconi, Sara Groisman, 82-90

Andrea Fazioli, 91-95

“Un sottinteso chiacchierare delle cose”: Micro-mondi letterari di Anna Felder 
Felicity Brunner, 96-109
Incontro con A. Felder,

F. Brunner, 110-119

CINEMA
Erik Bernasconi e Niccolò Castelli, 

Sergio Muratore, 120-124

 

 

 

 

 

 

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